Il Mal di Stomaco Leggende e Verità
Moltissime persone soffrono o ritengono di soffrire di “mal di stomaco”.
Succede che durante il giorno, specialmente dopo i pasti (in particolar modo dopo la cena della sera), si manifesti un dolore molto forte, crampiforme, localizzato all’addome superiore che va da un fianco all’altro, come una sbarra, che può durare anche ore, ma che generalmente svanisce con il sonno, per ricomparire magari alle prime luci dell’alba.
Talvolta il dolore si accompagna a forte gonfiore addominale e a modico bruciore acido dietro il petto.
In altri casi il dolore può irradiarsi dietro la schiena stringendo tutto il corpo come una energica cintura.
Questo disturbo è da sempre etichettato dalla comunità come “mal di stomaco”.
Il paziente quindi si reca dal medico o dal farmacista, i quali prontamente prescrivono un “gastroprotettore”, terminologia impropria ma entrata nell’uso corrente per definire un IPP (inibitore della pompa protonica), i cosiddetti prazoli.
Dopo alcune settimane lo stesso paziente ritorna dal medico lamentando che il gastroprotettore ha avuto pochissimo effetto e che il dolore continua a ripresentarsi.
A questo punto dobbiamo porci la domanda: esiste il “mal di stomaco” ???
La risposta è no.
Lo stomaco è dolente solo quando è affetto da un’ulcera peptica (caso ormai rarissimo).
Quando invece funziona male o è sotto stress, lo stomaco non manifesta dolori, ma provoca nausea, talvolta vomito, ripienezza, digestione lenta, gonfiore.
Spesso questo dolore addominale o “mal di stomaco” è etichettato come “gastrite” ed anche in questi casi vengono prescritti gastroprotettori ad alte dosi senza nessun riscontro endoscopico-bioptico, e comunque con scarsi risultati sulla sintomatologia dolorosa.
Bisogna a questo punto sfatare alcuni miti storici.
La “gastrite” è dovuta essenzialmente a due cause:
1. L’infezione da Helicobacter pylory che causa una gastrite cronica.
2. L’assunzione di aspirina o di FANS (Farmaci Antiinfiammatori Non Steroidei = ipobrufene, chetoprofene, diclofenac, ketorolac ecc.) che causano infiammazione acuta ed erosioni gastriche.
La gastrite da Helicobacter viene curata con una potente associazione di gastroprotettori ed antibiotici per circa 2 settimane.
La gastrite da FANS viene curata con astensione da questi farmaci e da alte dosi di gastroprotettori, per circa 4 settimane.
Ambedue le situazioni si risolvono rapidamente e in nessuno dei due casi si ha dolore, ma semmai i disturbi di cattiva digestione su citati.
Se lo stomaco non ne ha colpa, chi è allora il responsabile di questo dolore addominale?
Osservando bene l’anatomia dell’addome, come appare dall’immagine riportata qui sotto, si nota che lo stomaco è situato un po’ a sinistra ed in alto, quasi sotto il costato di sinistra. Per un lungo tratto però esso è molto vicino al colon trasverso (intestino crasso).
Il colpevole è il colon che, contraendosi in maniera eccessiva o spastica, determina il dolore finora erroneamente attribuito allo stomaco.
Lo stomaco si contrae in modo ritmico per triturare, mescolare il cibo ingerito e per spingerlo gradualmente nel duodeno, dove inizia la vera digestione con l’assorbimento dei preziosi nutrienti.
E’ possibile invece che lo stomaco si contragga poco o nulla, sia temporaneamente paralizzato, evento tipico delle infezioni virali acute gastrointestinali che sono accompagnate da nausea e vomito.
E’ anche possibile che, in particolari casi, lo stomaco acceleri il suo svuotamento nel duodeno, ma esso non ha mai contrazioni crampiformi che possano causare dolore simil colico.
Il colon invece, per un cattivo disturbo del suo funzionamento, può contrarsi violentemente, dando spasmi molto dolorosi che possono accompagnarsi sia a stitichezza che a diarrea.
Il caso tipico è quello della “sindrome dell’intestino irritabile”, storicamente ed impropriamente chiamata “colite”.
Pertanto la cura non dovrà più essere diretta a ridurre la secrezione acida dello stomaco cioè a “proteggerlo”, in quanto non necessario, ma la risoluzione del dolore ricorrente avverrà grazie ad una cura indirizzata a ridurre le eccessive contrazioni del colon e, nei casi più resistenti, a ridurre la sensibilità dolorosa di questo tratto di intestino.
Risolvendo il problema del colon, si noterà anche l’attenuazione o la scomparsa dei bruciori dietro allo sterno (pirosi), dovuti ad un reflusso gastroesofageo funzionale.
Infatti è sempre il colon che, funzionando male, invia per via nervosa o tramite piccolissimi ormoni digestivi (peptidi) il comando allo stomaco di non svuotarsi, inviando il suo contenuto verso il duodeno, il tenue ed infine nel colon, in quanto quest’ultimo non è pronto a ricevere gli ultimi residui della digestione.
Lo stomaco in queste situazioni rallenta il suo svuotamento e consente il reflusso retrogrado dell’acido gastrico dallo stomaco all’esofago.
Vi è un ultimo caso da tener presente quando vi siano forti dolori addominale ricorrenti:
Verificare con una ecografia se la colecisti contenga calcoli.
Non sempre i calcoli della colecisti manifestano la loro presenza con le classiche “coliche biliari”, caratterizzate da dolore fortissimo sotto il costato, il fianco e la spalla di destra associato a vomito, urine scure e talvolta sub ittero alle sclere oculari.
Più spesso di quanto si creda la colecisti manifesta i suoi problemi simulando coliche addominali tipo “sindrome dell’intestino irritabile” o bruciore dietro lo sterno come nel reflusso gastro-esofageo.
Un famoso clinico Paul Guttmann (1834-1893), Professore all’Università di Berlino, nel suo splendido trattato “Metodi Clinici”, scriveva che spesso “la colecisti piange con gli occhi dello stomaco”.
Riconosciuta la causa di questo dolore addominale, sarà opportuno impostare una terapia idonea a risolvere i sintomi della “sindrome dell’intestino irritabile”.
Per questo punto si rimanda ad altri capitoli presenti nel presente sito.
A cura del Prof. Giancarlo Caletti, Socio dell’International Foundation for Functional Gastrointestinal Disorders (IFFGD), Milwaukee, USA.
Per una visita specialistica ambulatoriale visita la pagina: Progetto I disturbi funzionali gastrointestinali